Acqua sulle mani di Medea, sulle labbra di Didone, sugli occhi di Penelope

28 Dicembre 2019

Keep calm and read a book

– Keep calm and read a book –

“Sul fianco del legno il nome di lei
se lui dimentica sara’ la barca a farsi ricordo”

Poi tutto si è fatto deserto …io sono diventata deserto, incessante vento del deserto.
Quando finisce il passato ?

Acqua.
Acqua sulle mani di Medea, sulle labbra di Didone, sugli occhi di Penelope.
Acqua tra loro e il mare.
Acqua tra un uomo e una donna, tra le parole e il silenzio, tra il cielo e la terra.
Acqua, per portare via secoli e secoli di inganni, potere, bugie

Medea, Didone e Penelope prendono la parola per raccontare cos’è stato, per loro, il mare infinito e vicino. Medea, la prima donna ad averlo attraversato a bordo di una nave, si è fatta straniera e assassina per un uomo che solo grazie a lei ha potuto affermare se stesso: proprio per questo, però, si vede respinta al di là del mare, scacciata da una terra dove già era straniera. A Didone, che viveva in un lutto perenne sulla riva del mare, un uomo giunto dal mare riesce a donare un nuovo presente, ma le nega il futuro promesso fuggendo sul mare. Penelope, che Ulisse aveva portato a Itaca, attende circondata dal mare: l’uomo che vaga sul mare le ha lasciato unicamente un’attesa da colmare e difendere, perché anche l’inganno viene dal mare, assieme alla speranza e alla gioia. Tre prose chiare e dense, che del mare accolgono in sé l’oscillare incessante e la capacità di donare simboli, immagini e allusioni sempre nuove. Le donne del mito acquistano vita e prendono voce; il mare, intanto, separa e unisce, genera e uccide, inghiotte e sostiene, riconduce e disperde.

M. Lucente, Trilogia delle donne dell’acqua

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