La locanda

– Keep calm and read a book –

Posata sulla cornice ultima del mondo, a un passo dalla fine del mare, la locanda Almayer lasciava che il buio, anche quella sera, ammutolisse a poco a poco i colori dei suoi muri e della terra tutta e dell’oceano intero. Pareva – lì, così solitaria – come dimenticata. Quasi che una processione di locande, di ogni genere e età, fosse passata un giorno da lì, costeggiando il mare, e tra tutte se ne fosse staccata una, per stanchezza, e lasciatasi sfilare accanto le compagne di viaggio avesse deciso di fermarsi su quell’accenno di collina, arrendendosi alla propria debolezza, chinando il capo e aspettando la fine. Così era la locanda Almayer: aveva quella bellezza di cui solo i vinti sono capaci. E la limpidezza delle cose deboli. E la solitudine, perfetta, di ciò che si è perduto.

A. Baricco, Oceano mare

Nota di Marilena Lucente: questa è la locanda Almayer, sempre in bilico sull’orlo della terra, a un passo dal mare. è un luogo che sa di abbandono, dove si arriva per essere stati abbandonati. una sensazione strana: come sentirsi “un ritratto, pegno di amore, nel buio di un cassetto”. quando è così la realtà smarrisce i suoi contorni, tutto sembra farsi passato, memoria, ricordo. così inafferrabile sino a sfiorare l’incredulità. Aveva la bellezza di cui solo i vinti sono capaci. La limpidezza delle cose deboli. La solitudine perfetta di ciò che si è perduto. Baricco non sta parlando soltanto della locanda Almayer. e nemmeno io, ovviamente.

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