2 Febbraio 2021

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L’isola di Arturo

– Keep calm and read a book –

La Legge quarta.
La Legge quarta, a me suggerita dall’atteggiamento di mio padre, fu, evidentemente, insieme forse a una mia inclinazione naturale, la causa originaria della mia solitudine procidana. Mi sembra di rivedere la mia piccola figura di allora che si aggira, al Porto, fra traffico e il movimento della gente (…).
Nessuno, fra tutti loro, evidentemente, s’interessava di libri, o di
grandi azioni! A volte, i ragazzini della scuola venivano schierati su uno spiazzo dal maestro per le esercitazioni premilitari. Ma il maestro era un grassone linfatico, i ragazzini non dimostravano né capacità né entusiasmo; e tutto lo spettacolo, dalle divise, ai gesti, alle maniere, appariva così poco marziale, a mio giudizio, che io ne
distoglievo subito lo sguardo con un senso di pena. Mi sarei fatto rosso per la vergogna, se mio padre, sopravvenendo in quel momento, mi avesse sorpreso a guardare certe scene e certi personaggi
Elsa Morante, L’isola di Arturo
 
Nota di Marilena Lucente: Anche se è stato pubblicato nel 1957, L’isola di Arturo è ambientato alla fine degli anni Trenta. nel cuore del fascismo, che possiamo qui individuare attraverso la figura del maestro, “il grassone linfatico” che porta i ragazzini sullo spiazzo per le esercitazioni militari.
“La solitudine procidana” di cui parla Arturo e la sua solitudine sembrano essere completamente diverse.
Ma sempre, per Elsa Morante, la solitudine è condizione necessaria alla crescita, è la sola possibilità di giungere alla meta, che per lei, vorrei dire per tutti, è quella della libertà.
“Come i protagonisti dei miti, delle favole e dei misteri, ogni poeta deve attraversare la prova della realtà e dell’angoscia, fino alla limpidezza della parola che lo libera, e libera anche il mondo dei suoi mostri irreali”.
Queste parole, che la Morante ha scritto per Saba, sono vere anche per Arturo. Dai mostri irreali alla chiarezza, anche questo è un mare da attraversare.
La foto del mare di Procida è di Ennio Ranucci
procida
elsa

17 Gennaio 2021

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Non voglio insegnare, voglio accompagnare

– Keep calm and read a book –

Non voglio imparare a non aver paura, voglio imparare a tremare. Non voglio imparare a tacere, voglio assaporare il silenzio da cui ogni parola vera nasce. Non voglio imparare a non arrabbiarmi, voglio sentire il fuoco, circondarlo di trasparenza che illumini quello che gli altri mi stanno facendo e quello che posso fare io. Non voglio accettare, voglio accogliere e rispondere. Non voglio essere buona, voglio essere sveglia. Non voglio fare male, voglio dire: mi stai facendo male, smettila. Non voglio diventare migliore, voglio sorridere al mio peggio. Non voglio essere un’altra, voglio adottarmi tutta intera. Non voglio pacificare tutto, voglio esplorare la realtà anche quando fa male, voglio la verità di me. Non voglio insegnare, voglio accompagnare. Non è che voglio così, è che non posso fare altro.
Chandra Livia Candiani, Il silenzio è cosa viva
Nota di Marilena Lucente: Certi libri ti aspettano sempre, ti fanno sentire a casa, ti prendono le parole, una per una, e dalla pagina te le mettono nelle mani, sulle labbra, negli occhi.
Più in là, vogliono spingere la voce più in là.

non voglio imparare

14 Gennaio 2021

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Ci vuole coraggio

– Keep calm and read a book –

Ci vuole coraggio (…)
Che è il rovescio di un altro termine assai temuto: la paura.
Per spiegare questo inscindibile legame di parole e sentimenti, devo aprire la pagina di un romanzo di Erri De Luca, “Il giorno prima della felicità”:
Anna: Hai paura?
Smilzo: Si.
Anna: Di me?
Smilzo: Sì e nessun coraggio sarà bello come questa paura.
 Erri De Luca

Il coraggio di vivere e il coraggio di morire. Sino ad una certa fase della vita si pensa che siano due strade diverse. Oggi so che la ragione, le ragioni per cui agiamo, per cui ci alziamo la mattina, i pensieri con cui andiamo a letto la sera, dovrebbero essere gli stessi per cui saremmo disposti a dare la vita, tutta intera. Il coraggio è ciò che ci consente di trovare il senso a ciò che facciamo e pensiamo. A tenerli insieme, questi due verbi, fare e pensare, che sono i pilastri su cui si regge ogni vita.
Marilena Lucente, E poi torna alla luce con i suoi canti

coraggio

28 Dicembre 2020

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Prontuario per il brindisi di Capodanno

– Keep calm and read a book –

Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.
E. De Luca, Prontuario per il brindisi di Capodanno

(tratto da L’ospite incallito, Einaudi 2008)

Nota di Marilena Lucente:Ai molti che vogliono cacciare via questo anno mi viene voglia di domandare: ma con chi avete parlato? Chi vi ha detto che il 2021 sarà meglio? C’è una legge della fisica, un’alchimia astronomica per cui ad un anno brutto segue uno bello?
Mi guardo indietro. certo che è stato un anno difficile, e per quanto mi riguarda si tratta di difficoltà che non svaniranno con l’arrivo del primo gennaio. e forse nemmeno del primo febbraio.
Senza però cadere in quel misto di sentimenti, o forse quel bluff emotivo, di cui parlava Victor Hugo “la gioia di essere tristi”, mi guardo indietro, leggo le pagine dei miei quaderni, guardo le agende, e trovo giorni e sensazioni, sentimenti che avremmo potuto conoscere solo così: nel silenzio delle strade, sulle sedie di una sala d’aspetto in ospedale, in un giardino, durante la prima passeggiata dopo il lockdown, durante la telefonata che rincuora, osservando la vita piccola disseminata in ogni dove, ascoltando nella testa “Tre passi e dentro la finestra il cielo si fa muto”, che è stata in quei mesi la mia canzone, soprattutto, più di tutto, ripensando alla solidarietà e al sostegno che mai prima d’ora avevo sperimentato con questa forza.
Il 2020 è di sicuro un anno che resta.
luca

25 Novembre 2020

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Mi uccidi ma il mio viso ti resterà invetrato nello sguardo

– Keep calm and read a book –

Mi uccidi ma il mio viso
ti resterà invetrato
nello sguardo.
Tagliente. Nelle notti
lacrimeranno le palpebre
inchiodate.
G. Sapienza, Alcesti

Nota di Marilena Lucente:  Goliarda Sapienza ha scritto un libro bellissimo, considerato tra i capolavori del Novecento, intitolato L’Arte della gioia, un viaggio nello sconfinato universo femminile del sud Italia. Un fiume in piena di parole.
Le sue poesie sono dirette, taglienti, lucide, fanno male.
Oggi 25 novembre 2020, giornata dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, vanno rilette, vanno riattraversate.
Mi colpiscono, di questi versi, la violenza con cui descrive lo sguardo – tagliente – le palpebre inchiodate e le lacrime che scendono.
Tra i chiodi, i fili di ferro, la colla. chi conosce la violenza conosce anche tutti i trucchi per chiudere gli occhi.
Per non vedere.
Chi conosce la violenza sa come bruceranno le lacrime che comunque scenderanno.
Chi conosce la violenza sa esattamente cosa fare con le parole. e quanto sia necessario usarle. E’ tutto lì, lo scarto.
In foto, non solo l’immagine delle scarpe rosse simbolo della giornata, ma anche il dettaglio di una mostra itinerante intitolata “Come eri vestita?”. Sono raccolti abiti – felpe, maglioni, abiti da lavoro, shorts, divise – che indossavano le donne quando sono state uccise.
Accanto a ogni abito un brano, una piccola narrazione. Una vita che non c’è più.
25 nov
scarpe-rosse-violenza-contro-donne

19 Novembre 2020

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23 novembre

novembre – Giornata mondiale di Fibonacci

Il 23 novembre si celebra la Giornata mondiale di Fibonacci!

La festa annuale che onora uno dei matematici più influenti del Medioevo – Leonardo Bonacci che mise in evidenza il meraviglioso rapporto tra numeri, forme, natura e proporzioni.
fibonacci

14 Novembre 2020

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Insegnami l’arte dei piccoli passi

– Pensieri e Parole –

Non ti chiedo né miracoli né visioni
ma solo la forza necessaria per questo giorno!
Rendimi attento e inventivo per scegliere
al momento giusto
le conoscenze ed esperienze
che mi toccano particolarmente.

Rendi più consapevoli le mie scelte
nell’uso del mio tempo.
Donami di capire ciò che è essenziale
e ciò che è soltanto secondario.
Io ti chiedo la forza, l’autocontrollo e la misura:
che non mi lasci, semplicemente,
portare dalla vita
ma organizzi con sapienza
lo svolgimento della giornata.

Aiutami a far fronte,
il meglio possibile,
all’immediato
e a riconoscere l’ora presente
come la più importante.
Dammi di riconoscere
con lucidità
che le difficoltà e i fallimenti
che accompagnano la vita
sono occasione di crescita e maturazione.

Fa’ di me un uomo capace di raggiungere
coloro che hanno perso la speranza.
E dammi non quello che io desidero
ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.

Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi.

Preghiera di Antoine de Saint-Exupéry
(autore del “Piccolo Principe“)

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13 Ottobre 2020

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Le stanze non esistono, si creano

– Keep calm and read a book –

Tutti perdiamo continuamente tante cose importanti.
Occasioni preziose, possibilità, emozioni irripetibili.
Vivere significa anche questo.
Ma ognuno di noi nella propria testa – sì, io immagino che sia nella testa – ha una piccola stanza dove può conservare tutte queste cose in forma di ricordi.
Haruki Murakami
Nota di Marilena Lucente: il cielo in una stanza. Bisogna risentirla, quella meravigliosa canzone, adesso che il nuovo decreto ci riporta tutti a casa.
Tre passi e dentro la finestra
Il cielo si fa muto
resto lì a guardare…
Questa di Tosca, invece, è stata la mia canzone durante il lockdown, una di quelle canzoni che decidono da sole di mettersi a cantare nella testa e ogni volta che la sento mi torna in mente l’ultima strana primavera.
Durante quei mesi mi sono iscritta a pagine istagram tipo “cabinelove” e “ecleticdecor” , ho letto libri dedicati allo Hygge, che insegna a vivere felici chiusi in casa secondo il metodo danese.
Da ieri ripenso alle stanze, alla parola stanza, al “Viaggio intorno alla mia camera”, un romanzo che non ho mai letto per intero, ma prima o poi lo farò. Ho chiuso gli occhi per immaginare.
C’è un bel verso di Elio Pecora che fa così: “La poesia serve a creare una stanza nella mente”.
Le stanze non esistono, si creano.
stanze

7 Ottobre 2020

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Togliere le erbacce intorno ai sogni

– Keep calm and read a book –

Arriva un tempo in cui dopo una vita passata ad aggiungere, inizi a togliere.
Togli i cibi che ti fanno male.
Togli i vestiti che ti vanno troppo stretti o troppo larghi.
Togli le cianfrusaglie dimenticate nei cassetti
insieme alla convinzione antica di non andare mai bene.
Togli il cuore dai posti dove non c’è più amore,
togli il tempo passato a inseguire le persone.
Togli lo sguardo da chi ti ha ferito,
Togli potere al passato, togli le colpe dai tuoi racconti e lo sguardo da chi ti parla dietro.
Togli le erbacce intorno ai tuoi sogni,
i compromessi che ti sporcano le scelte,
i sì concessi per adattamento.
La vera ricchezza non è aggiungere,
ma togliere.
Manuela Toto, Sotto le scale
Nota di Marilena Lucente: mi sembra bello questo testo, giusto per l’autunno, forse giusto sempre, per tutte quelle volte che bisogna  e fare lavori di manutenzione piccoli o grandi che siano intorno al proprio cuore. Questi giorni è ancora lieve il volo delle foglie, quasi impercettibili i distacchi, ma alcuni frutti sono già maturi, i colori cambiati, e a tutti tocca togliere o lasciare andare qualcosa. E’ nella natura delle cose.
erbacce

30 Settembre 2020

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La smarginatura

– Keep calm and read a book –

“Fu – mi disse – come se in una notte di luna piena sul mare, una massa nerissima di temporale avanzasse per il cielo, ingoiasse ogni chiarore, logorasse la circonferenza del cerchio lunare e sformasse il disco lucente riducendolo alla sua vera natura di grezza materia insensata. Lila immaginò, vide, sentì – come se fosse vero – suo fratello che si rompeva.

Lì, in mezzo a esplosioni violentissime, nel gelo, tra i fiumi che bruciavano le narici e l’odore violento dello zolfo, qualcosa violò la struttura organica di suo fratello, esercitò su di lui una pressione così forte che ne spezzò i contorni, e la materia si espanse come un magma mostrandole di che cosa era veramente fatto”.

E. Ferrante, L’amica geniale

Nota di Marilena Lucente: rileggerla sempre, ogni volta che è possibile, l’amica geniale. rileggere un passaggio, una frase che serve a fare luce sulle nostre parti oscure, rileggerla per prepararci insieme all’appuntamento di venerdì.
La smarginatura.
Per capire Lila, per conoscerla, dobbiamo entrare dentro questa parola, questa esperienza che lei – ma anche altri protagonisti fanno – della vita.
Quando le cose si rompono, quando le immagini interne che noi abbiamo del mondo non ci sono più, perdono i contorni, i margini, quando non sappiamo più dove aggrapparci.
In certi passaggi la smarginatura assomiglia agli attacchi di panico, se qualcuno sa di cosa stiamo parlando.
Quando quello che abbiamo di fronte si spezza, si rompe, si smargina, va via – come per Lila, l’immagine del fratello bello e sorridente – allora va via anche una parte di noi, ci smarriamo, ci rompiamo, ci smarginiamo.
E’ una parola che ricorre spesso in tutti e quattro i romanzi, ma che appare proprio qui, in questa fantastica e terribile notte di capodanno, poche e indimenticabili pagine, a metà del primo libro.
lila