Sono arrivato al mare

– Keep calm and read a book –

Mia adorata,
sono arrivato al mare. Vi risparmio le fatiche e le miserie del viaggio: ciò che conta è che ora sono qui.

Nota di Marilena Lucente: Inizia così la lettera appassionata di Ismael A. Ismael Bartleboom
(si firma proprio così, alla fine di ogni foglio ) ed è uno di quei personaggi del romanzo da tenere d’occhio.  Scrive lettere piene di passione e quando finisce le posa – aperte e senza indirizzo – in una scatola di mogano. Dentro, centinaia di lettere.
Ha 38 anni e la granitica certezza che da qualche parte, nel mondo, incontrerà una donna che da sempre è la sua donna. E pazienza se il destino sta ritardando un po’. intanto le scrive, tutti i giorni. A chi raccontare la sua vita se non a lei?

“Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle
– Ti aspettavo.
Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere ad una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni – i giorni, gli istanti – che quell’uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell’uomo
– Tu sei matto.
E per sempre lo amerà”.

A. Baricco, Oceano mare

Nota di Marilena Lucente: Il professor Barttlboom, come tanti personaggi di Baricco, è fatto di sogni e desideri altamente improbabili. Il fatto è che quando si mette ad immaginare lo fa sin nei minimi dettagli. Come questa scena qui, pensata per quando i due si incontreranno; lui le metterà sul grembo tutte le sue lettere, quasi a volerla fecondare con le parole.
Parole autentiche, piene di lontananza e paura, di fragilità e bellezza. Strampalate, ma vere. Proprio per questo rendono possibile il futuro. “Tu sei matto”, dirà lei. “E per sempre lo amerà”. Logico, no?

adorata

La natura ha una sua perfezione sorprendente e questo è il risultato di una somma di limiti. La natura è perfetta perché non è infinita. se uno capisce i limiti, capisce come funziona i meccanismo. Sono studi faticosi, e anche difficili, non si può negarlo, ma è importante capire. descrivere. L’ultima voce che ho scritto è stata Tramonti. Sapete, è geniale questa cosa che i giorni finiscono. E’ un sistema geniale. I giorni e poi le notti. E di nuovo i giorni. sembra scontato, ma c’è del genio. E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo. I tramonti. Li ho studiati per settimane. Non è facile capire un tramonto. Ha i suoi tempi, le sue misure, i suoi colori. E poiché non c’è un tramonto, dico uno, che sia identico e un altro allora lo scienziato deve saper discernere i particolari e isolare l’essenza fino a poter dire questo è un tramonti, il tramonto.

Nota di Marilena Lucente: chi parla è il prof Bartleboom, lo scienziato che scrive lettere d’amore alla donna che prima o poi incontrerà e da sempre è sua. Ne frattempo, è arrivato alla Locanda Almayer – dove si svolge il primo capitolo della storia – per scoprire dove finisce il mare. I limiti: lo scienziato sta scrivendo una Enciclopedia dei limiti. Mare, fiumi, foglie, tramonti. Osserva e trascrive. Osserva e se ne convince: là dove la natura pone i propri limiti esplode lo spettacolo.
Certi libri sono proprio così: ti fanno vedere come se fosse la prima volta ciò che hai sotto gli occhi da un tempo infinito

Mia adorata,
il lavoro mi stanca e il mare si ribella ai miei ostinati tentativi di capirlo. Non avevo pensato che potesse essere così difficile stargli davanti. Dove inizia la fine del mare? O addirittura: cosa diciamo quando diciamo: mare? Diciamo l’immenso mostro capace di divorarsi qualsiasi cosa, o quell’onda che ci schiuma intorno ai piedi? L’acqua che puoi tenere nel cavo della mano o l’abisso che nessuno può vedere? Diciamo tutto in una parola sola o in una sola parola nascondiamo tutto?

Nota di Marilena Lucente: Il mistero delle parole e il mistero del mare si assomigliano. Per questo, lui le scriveva in quel modo del mare: “Amava pensare che nello stesso modo, un giorno, lei lo avrebbe accarezzato